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Velabro

Via del Velabro occupa un posto speciale nella storia romana in quanto è tradizionalmente considerata il luogo di nascita di Roma. È la zona leggendaria in cui Romolo e Remo, i fondatori della città, furono trasportati in una cesta dal fiume Tevere.

Nel XVIII secolo, Palazzo Velabro fu costruito accanto alla chiesa di S. Giorgio al Velabro. Nel 1960 subì una notevole trasformazione in residenza, grazie al visionario architetto Luigi Moretti. Il suo lavoro sull’edificio gli ha conferito uno stile architettonico distinto e unico, che combina perfettamente la storia e la contemporaneità.

Quest’area non solo conserva le origini mitologiche di Roma, ma è anche una testimonianza del patrimonio architettonico in continua evoluzione della città.

Progetto

Il progetto nasce dalla collaborazione di due dinamiche imprenditrici, Cristina Paini e Alessia Garibaldi. Nonostante le loro diverse personalità, convergono su valori comuni. Insieme, hanno creato un ambiente coinvolgente e propositivo, capace di armonizzare business e architettura, favorendo un’esperienza di innovativa ospitalità.

La riprogettazione intreccia senza soluzione di continuità il significato storico dell’edificio con il razionalismo di Luigi Moretti, abbracciando uno stile italiano intramontabile. Questo sforzo serve a mettere in mostra l’autentica esperienza artigianale del Made in Italy, curata con mobili originali, vintage, su misura e di design.

Arte

L’arte come linguaggio universale, che unisce gli individui attraverso le culture, e come patrimonio della nazione. Questi tesori inestimabili possono essere condivisi con i nostri visitatori, migliorando le loro esperienze di viaggio, evocando emozioni e nutrendo l’anima. Palazzo Velabro è una cornice vibrante per eventi, mostre e momenti culturali dedicati all’arte, al cinema e alla storia del Paese.

Nella lobby dell’hotel ha lasciato il segno Edoardo Piermattei, giovane pittore di grande abilità, noto per la sua abile manipolazione di cemento e pigmenti per creare forme uniche. Utilizzando gli acquerelli, Piermattei stabilisce un legame diretto tra le tonalità fluide della sua arte e le correnti del fiume della città. Questo collegamento intenzionale risuona profondamente con l’identità di Roma come “città d’acqua”, sottolineando il ruolo centrale dell’acqua nella storia della città.